Secondo quanto scritto dal reggiano Ermanno Cavazzoni, i pittori di Reggio Emilia sono in numero molto limitato, cioè solo “lo 0.1 per cento della popolazione, calcolando che gli abitanti siano 100 mila, i pittori viventi sono solo un centinaio, di cui 33 circa distribuiti su tre generazioni”. Ebbene quelli di San Giovanni di Querciola, piccola frazione del Comune di Viano, smentiscono questa statistica, o sono l’eccezione che conferma la regola.
Ho, infatti, avuto il piacere di assistere ad una mostra allestita nel 2006 e di pittori, solo in quel piccolissimo borgo, ne ho contati più di una trentina, tra cui giovani della stessa famiglia.
La vita campestre, l’aria libera, il tempo scandito ancora dalla natura, hanno, forse, avvantaggiato l’estro, la vena creativa di questa popolazione le cui colline si affacciano sulla pianura Padana.
Tra questi pittori vi è anche Almerino Bertolini nato al Sasso quando Mussolini aveva appena preso il potere. Il Sasso è una frazione di San Giovanni che, a sua volta, come detto, è una frazione di Viano, ma per Almerino rappresenta il centro del mondo; il luogo delle sue vicissitudini familiari, degli affetti, del rapporto diretto con la natura.
Già adolescente ha avuto voglia di dipingere e, senza guida, lasciandosi portare dai suoi istinti, Almerino ha colorato con la tempra, gli acquerelli o la pittura ad olio i suoi ricordi. Immagini di una vita semplice, scene paesane, animali domestici, paesaggi che riflettono quiete e serenità.
Almerino, passati gli ottant’anni, è rimasto con uno sguardo di fanciullo che reinterpreta la realtà, offrendo immagini di una delicatezza infinita. I suoi colori tenui rendono le tele leggere: nessun tratto brusco viene a turbarne la visione.
Il 2007 è stato per il nostro pittore un anno terribile. In una sera piovosa, mentre tornava a piedi, un’automobilista non l’ha visto e l’ha preso in pieno. Sembrava che il destino avesse deciso la fine della sua esistenza, ma non era così. Dopo un anno tra ospedali e terapie, eccolo di nuovo pronto a dedicarsi alla sua amata pittura.
E’ l’augurio che gli facciamo tutti noi. Anche perché ormai è un “Maestro”.
Avanti, Almerino, la vita è ancora lunga e la pittura è quello che sai fare meglio di tutto.
Barbara Bertolini
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